È l'unico indicatore dell'economia industriale italiana a mostrare segno positivo. I dati di maggio della bilancia commerciale diffusi ieri dall'Istat confermano due tendenze: le vendite all'estero del made in Italy proseguono nel trend positivo; i mercati europei - principale sbocco delle nostre vendite - vanno peggio rispetto a quelli extraUe. Barometro evidente che economia e consumi in Europa sono ingessati, ad eccezione di un Paese - la Germania - che mostra però qualche crepa.
Che il made in Italy rimanga ancorato alle esportazioni è un fattore positivo: significa che le specificità delle nostre produzioni si impongono in mercati nuovi o emergenti, sfidando - nel caso del manifatturiero - concorrenti agguerriti come Messico, Usa, Cina, Giappone e Germania. Ed è una sfida vinta due volte se si considerano i valori elevati dell'euro e la bassa competitività del sistema Italia. A dimostrazione che ancora una volta sono solo le aziende - sole - a essere locomotiva di un treno che ha ruote pesanti da muovere.
Un esempio: di recente il Messico ha varato un piano di rilancio del manifatturiero, favorendo investimenti e insediamenti esteri, riducendo i costi energetici e quelli logistici, rafforzando la collaborazione tra imprese e università su programmi specifici di alta tecnologia e digital manifacturing e puntando sulla formazione qualificata dei giovani. Così già oggi alcune produzioni del manifatturiero messicano stanno soppiantando, in Canada e negli Usa, quelle giapponesi e cinesi. Insomma, basta poco: il Messico ha scelto di puntare sul manifatturiero. E l'Italia? Ancora non si sa. (R.Io)
fonte http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2014-07-17/il-made-italy-salva-vendite-estero-063920.shtml?uuid=ABu0aWbB
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